
Creatività in lockdown: patteggiare col poco entusiasmo.
Mentre in questi giorni di lockdown riceviamo centinaia di disegni di chi ha frequentato il nostro corso, è inevitabile pensare a chi in questo momento si sente disorientato. Avvolto dalla paura del futuro e certamente non molto disposto a lasciarsi andare alla creatività. Come prima cosa, voglio rassicurarvi: è assolutamente comprensibile.
Spesso possiamo inciampare nel falso obiettivo di misurare noi stessi attraverso gli altri,
ci capita di farlo anche nel disegno, quando ad esempio dichiariamo che “il disegno di un altro è migliore del nostro”. Ognuno di noi ha una reazione fisiologica agli eventi, che è totalmente legittima. Vedere quanto tutti siano presi dal loro entusiasmo nel cucinare torte, disegnare ed imparare nuove lingue, ci fa correre il rischio di sentirci ancora più soli. O meglio isolati, in tutta questa situazione già di suo molto severa.
Come si comporta la nostra creatività, in uno stato d’animo del genere?
Ricordando quanto detto sopra, bisogna partire dal presupposto che ognuno ha risposte differenti allo stesso stimolo. Se da una parte per alcuni la difficoltà è addirittura complice nel trovare uno slancio creativo, per molti il tempo a casa chiude ogni canale. Perché i timori con cui ci si confronta occupano uno spazio comprensibilmente vasto della mente. E la creatività, legata anche a una certa leggerezza d’animo, risulta comprensibilmente impossibile da trovare.
Bisogna stabilire un punto fondamentale: che
non essere creativi in un periodo difficile non fa di noi delle persone prive di talenti
(in un mondo in cui talento e creatività si esprimono in milioni di ambiti diversi). E’ davvero utile non giudicarci cadendo preda di facili associazioni che si spostano di colpo sul piano personale:”Lui si dà da fare, io no. Sono una persona svogliata/sbagliata.”. Serve solo ad oliare un meccanismo di frustrazioni e stati d’animo sfavorevoli al nostro benessere. Mentre è importante stabilire dentro di noi la legittimità del non sentirci entusiasti ad essere costretti a casa tutto il giorno. Anche perché, intendiamoci, la primavera è fuori e noi possiamo solo sentirla dalle finestre. Ma ciò che stimola la nostra creatività è spesso fuori di casa. Dalle mostre, ai parchi verdi, ai siti archeologici, al cinema: tutto ciò che ci fa tornare a casa rigenerati e con la voglia di fare, è perlopiù fuori dalla porta di casa nostra.
Le strategie che potete applicare per ricevere stimoli creativi pur restando a casa sono le più svariate e non le elencherò in questo post, ma so esattamente come ci si sente quando non si è in vena, a leggere consigli su “come fare miracoli in tre pratiche mosse” e l’idea di sfoggiare un consiglio dopo l’altro non mi entusiasma, in questo frangente.
Ciò che è importante è cercare il benessere giorno per giorno: considerate che la creatività non viene stimolata soltanto dalla visione di un quadro o un bel film, ma anche da una risata o una bella conversazione al telefono con un nostro amico.
Molte persone mi riferiscono di attivare un particolare stato d’animo positivo, mentre si perdono in pensieri lavando i piatti. Stabilendo giorno per giorno – ora per ora? – quello che abbiamo voglia di fare, ci connettiamo al sentire del momento senza giudicarci:”Di cosa ho bisogno oggi, per stare bene?”. Come diceva John Ruskin, sederci al cavalletto quando qualcosa ci spinge a farlo è molto più fruttuoso che farlo per senso del dovere, altrimenti corriamo il rischio di incrementare un circolo vizioso di frustrazione e allontanamento, per risultati che consideriamo scarsi.
Voglio dirvi una cosa che trovo importante: la creatività, la voglia di disegnare, l’entusiasmo di seguire un progetto torneranno non appena riceverete stimoli sufficienti e l’umore favorevole per poterli far riemergere. Queste cose, infatti, viaggiano insieme e si autoalimentano.
Non sappiamo quando ci siederemo di nuovo al cavalletto, ma certamente sarà quando meno ce lo aspettiamo, per questo vi consiglio strategicamente di preparare intanto la vostra postazione recuperando il materiale: vi consentirà di sedervi subito a lavoro nel caso vi venisse voglia di disegnare. Spesso, quando siamo un po’ sovrastati dalle situazioni, il senso di stanchezza che ci dà il peso emotivo non ci consente di essere immediatamente reattivi. Se invece sappiamo che il nostro porto creativo è lì e dobbiamo solo “attraccare” alla mèta, navigheremo verso il nostro mare creativo con un leggero vantaggio, rispetto alle difficoltà.
Affrontiamo questo periodo di incertezza scendendo a patti con l’ignoto:
chi è venuto al corso, sa bene che non avere un’idea precisa di come andranno le cose favorisce una certa leggerezza d’animo. Chiedendoci giorno per giorno cosa ci fa stare bene, o cosa abbiamo voglia di fare, saremo forse sorpresi del grande senso che abbiamo dato a un periodo che certamente ricorderemo a lungo.