L’errore utile e l’errore divino

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Foto dal workshop di novembre – Archivio Fotografico 24H Drawing Lab 

L’errore utile e l’errore divino. Apriamo questo post con una buona notizia, ossia che nel disegno non esistono veri e propri errori, quanto piuttosto “aggiustamenti di tiro”:

ogni cosa, infatti è in relazione costante all’altra

e va da sé che aggiungendo elementi al disegno, potremmo aver bisogno di riequilibrare il tutto in un secondo momento, magari cancellando o aggiungendo, oppure spostando qualcosa, perché ciò che conta è, come diceva Policleto, l’armonia tra le parti, ed ogni cosa nel disegno si sposta e si muove sempre proporzionalmente al tutto.

Prima di addentrarci in questo post voglio anche rassicurarvi sul fatto che nel disegno, come del resto nella vita, esistono errori trascurabili ed errori sui quali è meglio intervenire. Detto questo, dal momento che l’errore ha da sempre avuto un’accezione perlopiù negativa, la domanda è:

esiste nel disegno un errore che può esserci utile?

Nel disegno, possiamo volgere un errore in nostro favore?

Ho preso in considerazione i primi tre principi che mi sono venuti in mente, un po’ casuali in effetti, che possono aiutarci a fare di vizio una virtù, abbassando notevolmente il carico di ansia che può circondare la paura di sbagliare. Vediamoli:

La casualità.

Bisogna ammettere che certi miracoli avvengono proprio per caso. Nel disegno succede quando ci rendiamo conto che qualcosa di totalmente inatteso ha preso una forma interessante per pura casualità. C’è chi considera errore qualcosa che semplicemente non è andato secondo le sue aspettative ed è disposto a cancellare un buon risultato inseguendo l’idea originale. Invece mostrarci flessibili davanti a un disegno è una cosa che può arricchirci moltissimo e farci ottenere davvero risultati migliori: nel momento in cui stabiliamo che qualcosa sviluppatosi per caso ci piace e decidiamo di lasciarlo, quell’elemento non è più casuale, perché frutto di una scelta deliberata da parte nostra di lasciarlo così com’è, perché funziona. E sebbene il suo arrivo sia stata una fatalità, l’averlo riconosciuto non lo è affatto.

La visibilità.

La prima cosa che generalmente si fa in presenza di un errore è quella di prendere subito la gomma da cancellare. Invece sarebbe utile, ogni tanto, limitare le cancellature lasciando l’errore visibile: questo ci consente di non correre il rischio di replicarlo, per aggiustare il tiro in maniera più decisa, sicura e soprattutto attendibile. In un secondo momento, possiamo anche decidere di lasciare quell’errore visibile, se (vedi sopra) conserva un discreto fascino. Una serie di disegni che ho realizzato nel 2016 era proprio dedicata al fascino dell’errore lasciato visibile e si chiamava “Il Divin Danno”. Nel disegno, il Divin Danno è tutto quel bagaglio di sofferenza che ha portato un’opera ad essere ciò che è. L’imperfezione, ed è un vecchio discorso, non ci rende affatto meno belli, nonostante si cerchi di insegnarci il contrario. Non trovate?

L’economia.

Nel disegno, una strategia utile in presenza di un errore è quella di cancellare in economia. Non significa risparmiare sulla gomma, ma scegliere cosa ci costa meno modificare. Ebbene si: non è barare, ma ponderare. Il rischio è quello di accanirsi prima e frustrarsi poi, per aver abbandonato qualcosa di buono in funzione di un risultato di cui non siamo convinti e infine abbandonare l’impresa per un eccesso di delusione. Dunque ricordate di lasciar andare solo ciò che vi costa meno abbandonare.

Non tutti gli errori nel disegno vengono per nuocere, quindi, e quando arrivano possiamo sempre trovare un modo per volgerli in nostro favore: col tempo impareremo dai nostri errori a sbagliare meglio.

24H Drawing Lab

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