Anatomia artistica e morfologia

“Anatomia Artistica – carnet di morfologia”, Michel Lauricella

Come mai si tende a preferire il termine “morfologia” rispetto a “anatomia” nella formazione dell’artista?

Già nel 1890 Paul Richer – il quale si dedicò all’insegnamento in ambito artistico e medico – evidenziava questa distinzione per orientare l’attenzione sulle FORME, e preferire lo studio di queste a un approccio più frammentato e clinico.

Questa preferenza determina lo studio degli elementi anatomici dai quali si ottengono le forme, escludendo approfondimenti non pertinenti all’area di studio. Naturalmente lo studio dell’anatomia umana è molto vasto in ambito clinico e a fini diagnostici, tuttavia nello studio riservato al giovane artista tale approfondimento sarebbe superfluo se non fuorviante.

L’attenzione riservata alle forme muscolari e ossee dà la possibilità di conoscere prima di tutto il funzionamento del corpo umano: a cosa serve il muscolo che sto studiando? Come funziona e quanto è forte?

Soltanto dopo averne conosciuto il funzionamento possiamo disegnarlo in modo consapevole. Lo studio dell’anatomia umana diventa per il creativo una bussola per orientarsi a conoscere attraverso l’osservazione clinica del disegno. Il disegno e l’osservazione si aiutano a vicenda: più osservo e conosco il corpo umano, meglio saprò disegnarlo. Parallelamente, più disegno il corpo umano, meglio ne conoscerò le parti di cui è composto.

Letture consigliate:

“Anatomia Artistica – carnet di morfologia”
Maurice Lauricella – L’ippocampo Edizioni

  • Per entrare a tutta birra nel mondo del disegno:

s.spizzichino@gmail.com
3384915242
www.24hdrawinglab.com

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