Perché si disegna?

Foto: Archivio 24H Drawing Lab

Perché si disegna?

Perché a volte le parole non bastano. Capita che il nostro fine, quello di esprimerci, continui a sfuggirci.

Altre volte non conosciamo le parole che ci servono. Io capii la potenza del disegno, quando da bambina esibivo i miei modelli a mia madre per ricavarne dei vestitini. Quando mia madre sorrideva “traducendo” i miei modelli con i tecnicismi del suo lavoro sartoriale, avevo l’impressione di aver creato qualcosa che poteva ANCHE essere definito con le parole, ma non partiva da queste.

Tutti possono disegnare.

Il disegno non è inaccessibile e in questo articolo analizzerò le motivazioni di carattere pratico che spingono una persona a fare del disegno il suo lavoro – o passatempo – preferito.

No Second Storyboard
No Second Storyboard

Lo Storyboard

Storyboard è un termine inglese che, letteralmente, significa “tavola (board) della storia (story, intesa come racconto)” e viene generalmente utilizzato per indicare la rappresentazione grafica, sotto forma di sequenze disegnate in ordine cronologico, delle inquadrature di un fumetto o di un’opera filmata, dal vero come d’animazione. In italiano perciò potrebbe essere tradotto come “sceneggiatura disegnata”, oppure come “visualizzazione di un’idea di regia”.

Il suo impiego è di vitale importanza nella costruzione di spot pubblicitari, sequenze animate, cortometraggi e film. Chi acquisisce questa capacità può essere impiegato in tutti questi ambiti. Grazie allo storyboard le modalità di ripresa vengono fissate senza possibilità di interpretazione. E’ l’unico modo che rende chiaro alla troupe ciò che ancora non esiste. E sentite questa: “lo storyboard può servire alla produzione per capire meglio i costi di una scena, o addirittura per inchiodare un regista alle sue scelte, facendogli firmare i disegni come un contratto, in modo da non far lievitare troppo i costi della lavorazione”.

Pensate quanto il disegno – in questo ambito – sia cruciale.

Gonna Vittoriana
Gonna Vittoriana

Modelli o cartamodelli

“Nel linguaggio della moda e del commercio, abito femminile (o anche cappello, scarpe o altro accessorio) confezionato su disegno originale e con carattere proprio, presentato da una casa di mode come novità, in un numero limitato di esemplari o in esemplare unico.”

Sono il punto di partenza per qualunque tipo di produzione inerente i beni accessori della persona: scarpe, borse, indumenti, oreficeria. Nulla si produce sulla casualità, ma su un’attenta considerazione dei dettagli, delle misure e dei materiali. Questo si può stabilire solo disegnando. E il lavoro si finalizza nel momento in cui discutiamo con gli artigiani che creeranno ciò che abbiamo immaginato.

Ho avuto infinite possibilità di regalare oggetti disegnati da me a persone care: sciarpe, tracolle per strumenti musicali personalizzate (ricordo il mio modello realizzato con le fessure porta plettri interne, molto funzionali a fini ergonomici), e per finire mi sono regalata una serie di tracolle per tutte le mie macchine fotografiche. Disegnate da me, realizzate a mano da un sapiente artigiano.

La liuteria

Riccio - scuola toscana
Riccio – scuola toscana

Amando molto il violino, spesso navigo tra i forum, blog e siti che riguardino questa passione. Molti liutai raccomandano ai loro “scolari” di assicurarsi qualche nozione base di disegno come punto di partenza per realizzare i propri strumenti. A causa di questa carenza spesso i liutai ricorrono a modelli preesistenti, riscontrando difficoltà nel mettere a punto uno strumento personale il cui suono non può essere altro che di quel liutaio. Del resto l’immaginazione è solo nostra. L’espressione di questa, è condivisione.

Come avrete avuto modo di notare, tutti gli usi del disegno citati in questo articolo riguardano il punto di partenza delle varie professioni. Da bambina dunque non mi sbagliavo, quando pensavo che la vera potenza espressiva, risiedeva nel disegno. Le parole o gli oggetti a cui si riferiscono le parole, spesso nascono dopo un bel tratto a matita.

Ora vi elencherò di seguito una serie di spunti motivazionali non applicati ad una professione, ma che hanno un grosso valore nelle possibilità espressive che il disegno può offrirci.

  1. Disegnare è un po’ come suonare. Ho sentito molti musicisti convinti della forte potenzialità comunicativa della musica, descrivendola come un ponte linguistico, una lingua comune a chi una lingua in comune non ce l’ha. E se pensate ad alcuni spartiti… Sono veri e propri disegni!! Osservando il terzo movimento dell’Autunno di Antonio Vivaldi ho immaginato che la sequenza FA-DO-FA-FA imitasse graficamente il trotto dei cavalli durante la caccia.
Antonio Vivaldi - Autunno
Antonio Vivaldi – Autunno

2)      Quando disegno, non mi limito a mostrarvi quello che vedo, ma vi riferisco anche come mi sento mentre io vedo o immagino. E’ bene ricordare che spesso il pudore non ci consente di usare le parole come primo mezzo comunicativo.

3)      Disegnare è economico.

4)      E’ un’attività di facile trasporto.

5)      Aumenta la capacità di risolvere problemi.

6)      Potenzia la capacità di concentrazione dunque l’apprendimento, aumentando le nostre risorse intellettuali.

7)      Ha valore di sfida verso noi stessi, facendoci tendere al superamento dei risultati ottenuti.

8)      Aumenta la fiducia in noi stessi.

9)      E’ uno strumento per offrire regali inattesi e personali.

10)   E’ uno strumento che offre al nostro cervello la possibilità di una dimensione dilatata, regalandoci un senso di appagamento generale.

FONTI:

Definizione di storyboard: http://it.wikipedia.org/wiki/Storyboard]

Definizione di modello: http://www.treccani.it/vocabolario/modello/

Immagine del modello: http://www.nikla.net/notizia/8135/f_16449206.html

Spartito dell’Autunno di Antonio Vivaldi: http://imslp.org/wiki/Violin_Concerto_in_F_major,_RV_293_(Vivaldi,_Antonio)

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