Il crosshatching nella storia dell’arte

Il crosshatching nella storia dell’arte. Una tecnica in bilico tra il disegno e l’incisione, tramandata da mani pazienti attraverso i secoli.

Il crosshatching – o tratteggio incrociato – è la tecnica dei temperamenti quieti sul foglio, che si concedono il tempo di pensare, andare con calma e perché no, meditare.

Nei secoli, pensando a questa tecnica è impossibile non andare con la mente all’incisione delle matrici di rame che hanno tramandato questa tecnica attraverso l’acquaforte, o agli studi di Rubens eseguiti a penna e inchiostro. Oggi, pensando al crosshatching è invece più facile pensare al grande divulgatore Alphonso Dunn e alla sua serie di studi che fondano le radici negli artisti che come lui trovavano nella ripetizione dei gesti la più grande fonte di conoscenza.

Sebbene l’organizzazione delle linee richiede la medesima cura sul foglio da disegno come sulla lastra di rame, una differenza sostanziale è data dal fatto che sulla lastra di rame occorre pensare a un disegno in negativo e fare attenzione a destra e sinistra (in stampa l’effetto sarà in positivo), mentre nel disegno si passa direttamente al positivo, ed ogni opera è unica (mentre la lastra di rame è una matrice dalla quale trarre tutte le stampe che vogliamo).

Ma ora esploriamo attraverso le diverse epoche questa serie dinamica di linee che organizzate con calma certosina ci fanno identificare i volumi nelle nostre opere.

Leonardo Da Vinci (1452-1519)

Leonardo Da Vinci, Sezione cardiaca

Sebbene in moltissimi disegni e studi anatomici egli predilige il tratto a verso unico con marcatura costante e densità dinamica, in moltissimi suoi appunti si può distinguere chiaramente una predilezione per il tratteggio incrociato. Un ottimo esempio di ciò sono gli studi dei feti, o i suoi appunti sulla sezione cardiaca.

Albrecht Dürer (1471-1528)

Durer, Nemesis

Talento precoce, il grande artista di Norimberga è noto sia per le sue incisioni che per i suoi dipinti. Un’attenzione particolare va certamente dedicata ai suoi studi di mani, di cui il più noto è “Mani in Preghiera”. Sebbene il crosshatching qui non sia mai estremo – un buon esempio è l’autoritratto a punta d’argento in cui Dürer ritrae sé stesso a soli 13 anni. Un esempio più estremo di tratteggio incrociato è nell’incisione di Nemesis del 1502 in cui la resa dei glutei è certamente rafforzata da un tratteggio dinamico e sovrapposto a 2 o più livelli.

Pieter Paul Rubens (1577-1540)

Rubens, Studio su avambraccio

Pittore fiammingo considerato l’apripista del barocco. I suoi studi anatomici a inchiostro sono certamente tra i più degni di nota per chi si accinge a studiare la tecnica del tratteggio incrociato. Osservare da vicino la struttura del suo tratto, insieme all’apprezzamento per il risultato, ci rende bene anche l’idea del processo. Possiamo dire che Rubens era un Alphonso Dunn senza un canale Youtube. Il grande maestro e didatta giamaicano infatti deve essersi ispirato molto a questa erudita figura del barocco in Europa. Per sostenere questa nostra tesi basta dare un’occhiata ai due noti studi di Rubens: quello sull’avrambraccio eseguito a penna e inchiostro marrone, e lo studio anatomico dei due corpi maschili.

Rembrandt Harmenszoon van Rijn (1606-1669)

Rembrandt, Autoritratto

… Ma per tutti Rembrandt. Nei suoi disegni a penna, pennello e inchiostro si nota un tratteggio insolito rispetto ai suoi predecessori. I toni infatti sono ottenuti da dei tratti piuttosto spessi e a densità ampia. Questo lascerebbe presupporre che i suoi disegni tentassero di avvicinarsi – o servissero da preparatori – per i suoi dipinti dominati da una pennellata pastosa e dai contorni morbidi. Tra le incisioni più celebri sicuramente troviamo il suo autoritratto con gli occhi aperti, del 1630.

Giorgio Morandi (1890-1964)

Morandi, natura morta con vasetto e tre bottiglie, 1946

Un artista noto certamente per altri soggetti, ma che ha lasciato una produzione notevole di acquaforti. Le sue stampe infatti mostrano alcuni scorci paesaggistici o still life “alla maniera di Morandi” eseguiti però attraverso un tratteggio denso che si ispessisce senza remore laddove necessario. Un ottimo esempio è “Natura morta con vasetto e tre bottiglie” realizzata tra il 1945 e il 1946. La resa dei toni si avvicina molto alla sovrapposizione a livelli proposta in qualsiasi manuale di disegno.

Gianfranco Ferroni (1927-2001)

Ferroni, alcuni oggetti su tavolino, 1979

L’ultimo artista affrontato in questo articolo è il livornese Ferroni, che con le sue acquaforte su rame “Oggetti e panneggio” del 1983 e “Alcuni oggetti su tavolino” del 1979 ci riporta ad un uso quasi fotografico delle linee, che con fedeltà e pazienza vanno a setacciare il foglio organizzando gli oggetti in uno scenario di illustrazione realistica.

… E questi sono solo una manciata di esempi! Ma che lo chiamiamo “crosshatching” o “tratteggio incrociato”, l’importante è sapere che ha radici storiche antichissime, e se decidiamo di formarci in questa direzione del disegno abbiamo moltissimi spunti di apprendimento grazie agli artisti che lo hanno usato in modi, epoche e tecniche diverse.

Rivka Spizzichino, 24H Drawing Lab

Di 24H Drawing Lab

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