Disegnare volti per osservare anime: i ritratti di Righetti. Voglio dedicare un post a Romolo Righetti, perché ho notato che nel web non c’è molto su di lui. Ho avuto il piacere di parlarne durante una mostra che si è tenuta a Roma diverso tempo fa. Credo sia doveroso dedicargli uno spazio in questo blog, dove il disegno e la percezione della realtá sono i temi principali.
Romolo Righetti non nasce artista, ma medico psichiatra.
Presta servizio nel Manicomio di Santa Maria della Pietá, oggi Museo Laboratorio della Mente. Con il disegno può intuire quanto sia complessa e indecifrabile la natura umana: non uno, dei volti che ha ritratto, somiglia all’altro, non uno sguardo. Eppure sono tutti connessi l’uno all’altro. Ognuno chiuso in se stesso, nell’indecifrabile disagio della malattia, scrutata da un insistente osservatore.
Ritratti dei pazienti del manicomio, realizzati a pastello e disposti a schiera, un’operazione di grande impatto emotivo che all’epoca ebbe un grande significato. Ogni volto è a sé, dove il disagio viene umanizzato da un’osservazione attenta, in un’epoca oltretutto molto particolare, dove i dolori dell’animo venivano leniti con cure più dolorose della pena.
Righetti, questo bravo medico osservatore d’anime, si rese conto ritraendo i suoi pazienti, che l’umanitá non era catalogabile, e che la patologia stessa non lo era.
Righetti ha scoperto grazie a un buon uso della medicina e del disegno, che dietro a ogni diagnosi prima di tutto c’è una persona.
E tenete presente che il periodo storico in questione, diretto discendente dei bislacchi quanto controvertibili studi di Cesare Lombroso, aveva la particolare tendenza alla catalogazione umana, secondo generi, tratti somatici, “razze”. La storia ci ha insegnato che questo può avere esiti fatali.
Non so se vedremo mai Romolo Righetti nei libri di Storia dell’Arte, ma quello che conta è che il suo impegno non passi inosservato. E che il suo messaggio venga colto.
Per vedere i ritratti di Romolo Righetti vi invito a visitare il Museo Laboratorio della Mente a Roma.
Studio Azzurro ha curato (egregiamente) l’allestimento in un modo talmente empatico e pedagogico, da consegnargli il giusto merito.
Buona visita,