
Se è buona la foto è buono il ritratto. Lo so, siete al centesimo tentativo e ancora non riuscite a tirar fuori un ritratto a matita dalla foto che avete tra le mani. Il compleanno si avvicina e non avete ancora il regalo che sognavate di fare: un bel ritratto, dai valori tonali ricchi e pieno di personalità. E proprio quando siete sul punto di mollare tutto per cliccare sul filtro “artistico” di un programma a caso di fotoritocco, eccovi a leggere questo post.
Tra le tante critiche e il naturale abbattimento, avete mai pensato che
forse la foto che avete scelto per il vostro ritratto non è quella giusta?
Ci sono dei requisiti che un’immagine deve avere per poter essere utilizzata in un ritratto. Durante il corso lo diciamo spesso ai nostri allievi. Certo, forse quella foto è legata a un momento in particolare. Ma se i valori di riferimento non sono consoni non sarà possibile leggere visivamente l’immagine, presupposto prioritario per disegnare. Per leggere visivamente, intendiamo “porsi le domande visive” sulle quali insistiamo tanto durante il corso.
La più frequente difficoltà che si incontra nella lettura di una fotografia a colori è il problema delle gamme tonali. Se avete una foto a colori e intendete realizzare un ritratto a matita o a carboncino (o una qualsiasi tecnica monocroma) ci vuole molta esperienza per affinare la sensibilità ai diversi pesi tonali di un’immagine a colori. Luci, ombre, volumi … E le tanto temute zone grigie saranno il vostro peggior nemico durante il lavoro! Se sto lavorando su una guancia, come faccio a capire su quale valore tonale mi trovo e riprodurlo?
Andreas Feininger, un grande maestro della fotografia, scrive: MAI SUPPORRE QUANDO SI PUO’ SAPERE.
Naturalmente – con esercizi costanti – acquisirete la sensibilità ai toni. Fino a quel momento però potete usare una scorciatoia: prendete la vostra immagine a colori e fotocopiatela in bianco e nero. Una fotocopia brutta, en passant, senza troppe sofisticazioni e senza passare per Photoshop. Questo passaggio vi consentirà di riconoscere sul momento i valori tonali, valutando a primo sguardo quanto un’ombra rende tonda una guancia o quanto un punto di luce diretta mimetizza parte dei capelli con lo sfondo. Otterrete un’immagine rozza, sulla quale è rimasto tutto ciò di cui avete realmente bisogno.
Ora, ammettendo che l’immagine sia adatta, bisogna dire che il secondo ostacolo spesso consiste nella complessità espressiva del soggetto. Se avete scelto di ritrarre proprio quel momento nella vita di quella persona, forse c’è un motivo. Se l’espressione catturata in quella foto è davvero difficile da disegnare, allora imitatela! Tanto siete voi e il vostro foglio, lontani da sguardi indiscreti. Soltanto in questo modo vi sarà possibile comprendere il vigore espressivo di quell’insieme complesso di forme.
Se siete alle prime armi evitate le foto troppo ricche di particolari, o troppo famigliari al soggetto: meglio farsi guidare dalla propria sensibilità e dalla reale valutazione delle proprie risorse, piuttosto che dalla voglia di strafare… Allora sì che otterrete un risultato di gran valore.
Altra cosa da evitare è disegnare quello che dalla foto “intuite” senza vederlo realmente. Succede spesso che le orecchie siano in ombra totale, immerse nei toni scuri da ottenere con una 8B o una grafite. L’errore più frequente è disegnarle perché “si sa che lì ci sono le orecchie”. Mai immaginare nei ritratti! Bisogna osservare, e disegnare quello che realmente si vede. Badate bene che questo atteggiamento ricorrente è il principale responsabile dei ritratti non somiglianti.
Per ottenere buoni ritratti dunque occorre avere buone foto, e saperle leggere visivamente. Ricordate sempre che la selezione è importantissima, perciò chiedete ai vostri soggetti di consegnarvi sempre più di un’immagine. Tra queste, scegliete quella che realmente si presta a tirar fuori un disegno. Ponete alla base della vostra scelta le domande visive fondamentali che avete appreso frequentando il corso, e non un semplice “qui mia zia è venuta meglio perché sorride.” Questo sarà il presupposto decisivo per tirar fuori il ritratto che volete da una fotografia.