Il disegno è filosofia applicata. Durante uno dei nostri corsi si è riflettuto molto su quanto il disegno sia una forma di filosofia applicata. Ci sono tre concetti relativi al disegno che invitano alla riflessione filosofica: il primo è quello che riguarda l’osservazione oggettiva della realtà. “Vedere la realtà per ciò che è”, per come si presenta ai nostri occhi, è un esercizio mentale che ha sicuramente un significato più profondo che trascende dall’esclusiva disciplina. Anzi, è riconducibile alla nostra quotidianità.
Attraverso il disegno riusciamo a osservare meglio la realtà.
Il secondo punto riguarda la nostra mente: quando è confusa riesce a vedere le cose per quello che sono. Al corso spieghiamo quanto sia importante “rendere estraneo ciò che ci è familiare” guardando la realtà sempre con occhi nuovi. Questo per evitare di osservare le cose con pregiudizio.
Disegnare significa riuscire nella confusione a trovare strategie salienti per risolvere i problemi.
Il terzo e ultimo concetto, è “l’importanza del vuoto”. Sottovalutato dalla cultura occidentale, glorificato in quella orientale, il vuoto ha una sua dimensione, che attraverso il disegno viene valorizzata. Sappiamo bene che se in una partitura musicale non ci fossero pause, la musica non avrebbe senso. Come ogni pausa e silenzio, ogni spazio negativo in un disegno ha una propria dimensione e importanza.
La dimensione della pausa, del silenzio, dell’assenza è un’entità concreta che scandisce il ritmo della nostra vita.
Prestare attenzione a ciò che non si vede ci consente di concepire la realtà nella sua totalità. Spostare l’attenzione su ciò che è vuoto, ci fa osservare le cose a 360 gradi.
Vi invitiamo a riflettere sul disegno non solo come passione da coltivare, ma anche e soprattutto, come processo di pensiero.
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