
Saper disegnare è un dono. O no? Questo nasce da una convinzione consolidata ma priva di fondamento, a volte usata un po’ come alibi: si può imparare a disegnare. Possiamo dire che “essere artisti” possa essere un dono. Riuscire a fare le cose a livelli di eccellenza indiscutibile, forse si, è un dono.
Ma saper disegnare non è una dote innata e può essere appresa così come una lingua straniera o la guida. Anche nell’apprendimento di lingue straniere, è solo una questione di metodo.
Credo che una visione non possibilista dell’apprendimento del disegno nasca anche dal fatto che questa disciplina è circondata da un’aura incantatoria: vi basta pensare agli artisti delle vie del centro città, che riuniscono decine di persone intorno a loro, tutte prese ad osservare la costruzione dell’opera in tempo reale.
Di per sé, il disegno presenta una sola grande difficoltà: la traduzione della realtà così come la vediamo. Ed è quello l’esercizio basilare da fare per affinare la tecnica: esercitare la mente, non le mani.
Ci sono molti esercizi che ci aiutano nell’osservazione della realtà: dai gesture drawings così cari a Glenn Vilppu, che ci aiutano a percepire il disegno immediatamente come massa e soprattutto a disegnare il movimento. Oppure disegnare osservando gli spazi negativi delle cose, così come ci insegna Betty Edwards. Questo tanto per citarne due ma ce ne sono molti, molti altri: nel nostro workshop in 24 ore cerchiamo di andare a tamburo battente su tutta una serie di esercizi volti proprio a questo scopo. Scoprirete da subito che non è poi così difficile disegnare, basta capire i processi mentali che si nascondono dietro alla percezione visiva.
Non siete contenti di sapere che potete imparare a disegnare?